domenica, ottobre 22, 2006

La nuova DCNewsletter

Analizziamo il mercato secondo le tre ottiche (psicologica, fondamentale e quantitativa)

Dati psicologici : L'indice VIX (l'indice della paura calcolato sullo S&P'500 e che ha un andamento inverso, rispetto all'indice di riferimento) chiude la settimana a 10,63 con un leggero ribasso rispetto ad una settimana fa (chiusura a 10,88). Siamo lontani dalla media mobile a 50 gg. e molto vicini ai minimi storici del rischio percepito dagli investitori sul mercato (il rialzo della paura). L'euforia di queste ultime settimane potrebbe comportare delle prese di beneficio. Il massimo settimanale dell'indice Vix è stato 12,03. Per la prossima settimana, ci attendiamo un aumento della volatilità dell'indice Vix , con una conseguenziale ribasso dell'indice S&P'500. Noi di Debitower Capital sullo S&p'500 ci poniamo in posizione neutrale-ribassista nel brevissimo periodo (visto che ci troviamo in una situazione di ipercomprato) e rialzista nel breve e nel medio periodo. Ipotizziamo aumenti di volatilità cospicui solo a partire solo dal secondo semestre 2007 o per brevi periodi da qui ad allora.
L'indice VXN (l'indice della paura calcolato sul Nasdaq) chiude la settimana a quota 16,70 da 17,87; Anche, in questo caso, valgono le considerazioni fatte in precedenza.




Dati Fondamentali : I p/e prospettici medi dello S&P'500 sono stati aggiornati nell'ultima settimana.
Ribadiamo quanto scritto nella newsletter dell'8 Ottobre: "Gli analisti, alla luce delle trimestrali uscite hanno abbassato le prospettive di crescita degli utili dell'anno 2007. In particolare, mentre per l'intero 2006 ci si aspetta una crescita complessiva degli utili pari al 16,5%, per il 2007 le aspettative di crescita si riducono ad un misero 2,5%. Analizzando trimestre per trimestre ci si accorge che il periodo critico previsto dalle analisi dovrebbe essere il secondo semestre 2007, dove il rischio recessione sconta un 30-35% di probabilità di verificarsi, anche alla luce della singolare configurazione della curva dei rendimenti americani ed in particolare ci riferiamo allo spread negativo che sussiste tra il rendimento a tre mesi e quello decennale. Gli analisti scontano una diminuzione degli utili nel secondo semestre 2007 del 3,5%. Mini recessione o comunque forte decelerazione dell'economia, dovuta sicuramente alla troppa crescita precedente, più che a debolezze intrinseche alla più forte economia del mondo. Nonostante queste previsioni nei prossimi tre trimestri continueremo a beneficiare di utili in forte".
Analizziamo i p/e attesi del 2006 e del 2007 secondo il modello previsionale di Debitower Capital. Siamo ancora lontani dalla media storica dal 1988 ( per maggiori dettagli clicca qui ) il livello di equilibrio si sta sempre più spostando verso la media storica dal 1935 ad oggi che è decisamente più bassa per via dell'aumento dei tassi d'interesse e di una instabilità della crescita economica, evidenziata dall'inversione della curva dei tassi. Il nostro target di breve periodo (entro fine anno), scende leggermente a 1.478 (rispetto ai 1.519 dello studio del 23 Settembre ed ai 1.477 dello studio dell' 8 Ottobre), circa, cioè a 18,73 di p/e medio prospettico calcolato sui risultati del secondo trimestre 2006 (mentre oggi siamo a 17,29), con cadenza temporale posta alla fine del presente trimestre. Da un po' di tempo abbiamo introdotto anche un altro metodo di valutazione che tiene conto delle attese sul mercato e quindi non si basa solo sulla ricerca del valore fondamentale oggettivo, ma tiene conto di un insieme di dati soggettivi. Il valore target a fine anno così calcolato diventa 1.475 tenendo conto della differenza di p/e attesi tra adesso ed il periodo finale (15,98). Se dovessimo seguire rigidamente le valutazioni derivanti dal modello p/e attesi potremmo affermare che la nostra forchetta 1.475-1.478 rappresenta l'area target annuale che è piuttosto ampia.
Il mercato, quindi dovrebbe crescere da qui a fine anno tra l' 8% e l'8,2% circa (tenuto conto del consistente rialzo avuto nelle ultime due settimane). Ci aspettiamo che l'accelerazione rialzista preventivata 15 giorni fa continui fino all primo trimestre 2007. In realtà il mercato potrebbe muoversi, fatte le debite proporzioni, come fece tra la fine del 1.999 ed il 2.000 con un forte rialzo e poi una forte discesa. La nostra posizione, comunque, per adesso è decisamente RIALZISTA e consigliamo mantenere le posizioni aperte sul mercato.

L'analisi dei COT settimanali sullo S&P'500 subisce delle variazioni.

In questa fase il rialzo del mercato è trainato dal comportamento dei large traders (i grandi investitori),mentre gli small traders si sono timidamente adeguati al rialzo e gli arbitraggisti (commercial hedgers) sono fortemente posizionati al ribasso. La situazione delinea un forte ipercomprato da parte dei grandi investitori, che dovranno, per forza di cose, prendere beneficio. La posizione degli arbitraggisti indica che c'è una forte aspettativa di ribasso da qui a sei mesi. A nostro avviso, prendendo in considerazione una prospettiva temporale più ampia, il mercato sta aspettando che i piccoli investitori entrino in massa per poi stornare. Riportiamo quanto dicevamo un mese fa di questi tempi.
Dicevamo che:"I grandi investitori comprano, perchè sanno che la stagione degli utili in rialzo non è ancora finita e comunque il trade-off tra azioni ed obbligazioni è ancora favorevole alle prime, mentre gli arbitraggisti o chiudono le loro posizioni (l'open interest è drasticamente sceso) oppure si posizionano al ribasso dato che il loro obiettivo temporale supera i sei mesi e prevedono un crollo superata la festa, visto che anticipano le direzioni del mercato analizzandone le imperfezioni e gli scostamenti. I piccoli investitori come al solito potrebbero sbagliare, ma sono bombardati da notizie che prevedono catastrofi dato il rallentamento dell'economia ed il rialzo dei tassi, non sanno che il bello viene proprio ora. Le materie prime stanno scendendo e quindi si prevede un rallentamento economico a livello mondiale. Questa è la frase che più di tutti gira fra gli investitori e che ci trova sostanzialmente d'accordo. Il problema è che non si sente mai la risposta alla domanda che balza subito in mente:"Quando ciò avrà un impatto sui mercati azionari e con quali effetti"? La risposta si trova nel ritardo che sussiste tra i risultati macroeconomici- il comportamento conseguente degli attori del mercato (consumatori-aziende-stato)-le dinamiche degli utili aziendali-le pubblicazioni delle notizie o il lancio di eventuali profit warning. Tra il ribasso delle materie prime ed il ribasso dei mercati azionari potrebbe passare anche più di un anno senza destare alcuna perplessità tra gli operatori. E' bene saperlo".
Siamo rialzisti nel breve e nel medio periodo.

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